giovedì 12 aprile 2018

Sperimentare

Se scrivi da un po' di tempo, avrai sicuramente sviluppato un tuo metodo ormai consolidato. O meglio, una serie di metodi. Avrai quindi le tue preferenze su come e a cosa ispirarti per sviluppare un'idea, creare un personaggio, fare ricerca e pianificare la trama della storia (o non pianificarla affatto e lasciare che sia il narratore a mostrarti cosa accade). E avrai il tuo particolare modo di scovare i problemi durante fase di revisione e correggerli. Se funzionano per te, se il risultato finale è apprezzato da qualcuno di diverso da te stesso, dalla tua cerchia di conoscenze più strette o da un estraneo che cela un interesse dietro alle sue lodi, non permettere a nessuno di dire che lo stai facendo nel modo sbagliato. Fossi anche uno di quei rari individui che ha bisogno di cominciare dall'ultima parola e tornare indietro, lavorando sul testo alla rovescia.

La scrittura è un mezzo espressivo così flessibile e variegato, che esistono un'infinità di modi per arrivare al risultato finale, e ciascuno di essi è valido, purché ti permetta di arrivarci. Come si suol dire, il fine giustifica i mezzi. Ma prova a ricordare quanti tentativi hai fatto prima di costruire il tuo set di "strumenti del mestiere". Quanti ne stai facendo, se non sei ancora arrivato al punto di non dovere, o volere, più cercare altro. Quante strade hai percorso e poi scartato, quali metodi che ti sembravano buoni all'inizio hai poi superato, quanti non hai nemmeno voluto provare perché "non facevano per me".

Sei un pianificatore? Qualcuno che ha bisogno di avere tutto sotto controllo, di compilare schede dei personaggi, stilare una scaletta dettagliata, fare schemi e tenere cartelline intere di ricerca? Il metodo di Andrea D'Angelo che ho condiviso con l'esercizio di lunedì, Dettagli segreti, potrebbe fare per te, con la sua attenzione ai vari aspetti del personaggio come il volto e il fisico, la psicologia, i desideri e gli obiettivi e infine la storia passata, il cosiddetto background. Con la sua insistenza nell'essere consapevole di ogni dettaglio, anche di quelli che poi non entreranno a far parte della storia, già prima di iniziare, potrebbe entrare di diritto tra la tua documentazione precedente alla scrittura vera e propria del romanzo o del racconto.

Ma se sei un improvvisatore, mi dirai: che cosa me ne faccio di uno strumento del genere? Io che vado dove mi porta la storia, io che inizio lasciando carta bianca ai personaggi e che preferisco scoprirli man mano che vado avanti, come posso impiegarlo?

Ti dirò... ti capisco. Ho iniziato molto tardi a fare scalette delle mie storie, che uso, più che come una serie di punti prefissati da rispettare, come strumento mnemonico se sono costretta a mettere da parte un'idea. Le mie scalette sono sempre flessibili, ma almeno, se non mi ricordo più cosa volevo farne di quel personaggio e di quel mondo, ho un punto di partenza da buttare all'aria. Le mie schede dei personaggi sono... sparse un po' dappertutto, tra le pagine della storia e alcune scene che ho scritto in preparazione, magari su episodi chiave del loro passato (vedi? Ecco il quarto punto dello schema di Andrea D'Angelo, il vissuto del personaggio, misto un po' agli altri tre). Le mie ricerche sono in buona parte nella mia testa. E quello che non mi ricordo, so dove trovarlo. Forse. Insomma, più che improvvisatrice, sono caotica.

Ma quando si tratta di scrivere, non disdegno di provare qualcosa di nuovo. Anche qualcosa di difficile, così, come fosse una sfida. Anche qualcosa che di primo acchito mi fa dire: non riuscirò mai a fare qualcosa di buono con questo. Perché non si sa mai, e quello strano esercizio proposto in un corso potrebbe diventare il mio nuovo metodo preferito. O almeno, trovare il suo posto nella mia cassetta di attrezzi del mestiere (sì, sto citando On Writing di Stephen King, e non smetterò mai di consigliarlo).

Perciò sperimenta. Apri i tuoi orizzonti. Non ti fossilizzare su un singolo percorso. Quello che già fai non è sbagliato, ma chi ti dice che non lo sia anche quello che non fai?
Riflettici. E scrivi. Non è un ordine, ma un invito.

Come è un invito quello di cominciare a delineare un personaggio con l'esercizio Dettagli segreti e di scriverlo nei commenti, o almeno di farmi sapere com'è andata.

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