giovedì 26 aprile 2018

Differenze, non stereotipi

Lunedì, con il post dal titolo Le differenze contano, ti ho proposto come esercizio quello di ideare un personaggio che si discosti da te per qualcosa di diverso, qualcosa che fosse una parte fondamentale della sua identità e non un dettaglio trascurabile. Ebbene, in quell’esercizio, fin dal suo titolo… credo di averti un po’ ingannato. Almeno per quello che è il mio modo di ragionare e di scrivere, le differenze non contano così tanto.

Per dimostrarti cosa intendo, prenderò in considerazione la più semplice delle differenze, quella di genere maschile/femminile.

Consigli


Da qualche tempo a questa parte ho iniziato a seguire articoli, blog e video con suggerimenti di vario tipo che riguardano la scrittura creativa, da come evitare di correggere subito ogni parola della prima stesura di una storia, a come scrivere una sinossi e presentarsi agli editori. Come sarà capitato a te, alcuni li ho trovati utili, altri mi sembravano scontati o troppo rigidi per inserirli nel mio metodo di scrittura, e in una minoranza di casi, per una incredibile coincidenza fortunata, sono incappata in consigli talmente illuminanti da cambiare il mio modo di approcciarmi alla pagina bianca.

Questa però non è la storia di una di quelle rivelazioni. È la storia di un genere di articoli che mi ha sempre lasciato un po’ perplessa: il tipo che si intitola “come scrivere un punto di vista maschile se sei una donna” e “come scrivere un punto di vista femminile se sei un uomo”. Non so tu, ma io penso di non averli mai del tutto capiti.

Individui


Sarà che io non ho mai pensato di una mia creatura: va bene, questo è un personaggio maschile, deve pensare come un uomo. Piuttosto, l’ho considerato prima di tutto come un individuo, qualcuno con un passato e un’esperienza che sì, è influenzata anche dal suo genere, ma non solo.

Per Patrizio Boscoscuro, giusto per prenderne uno che è comparso di recente su queste pagine, ho riflettuto su come dev'essere vivere tra continui dejà vu di eventi a cui non si ha partecipato, riconoscendo luoghi in cui non si è mai stati prima. Forse ti dà più sicurezza, ma annulla la gioia della sorpresa? Che sensazione fa provare non avere quasi una prima volta perché qualcun altro prima di te lo ha già vissuto, e che influenza ha tutto questo “sapere” sul carattere?

Il fatto che Patrizio fosse un uomo si è intrecciato ai ricordi che immaginavo della sua vita in modo naturale, allo stesso modo del fatto che fosse figlio unico, o dell’essere cresciuto in un condominio in una grande città, o di tanti altri dettagli. Nessuna di quelle differenze rispetto al mio vissuto era predominante, nessuna era fondamentale al punto di prenderla in considerazione e costringermi ad analizzare il suo punto di vista attraverso quell’unica lente. Anche perché, tra gli esponenti di ogni sottogruppo del genere umano (che siano divisi per sesso, età, nazionalità, o chissà che altro) penso che esistano tante somiglianze quante sono le differenze. Che ogni uomo sia uomo a modo suo, che ogni donna sia donna a modo suo.

Perciò quegli articoli mi hanno sempre reso un po’ perplessa. Come si fa ad applicare a ogni individuo la stessa serie di consigli per rendere il suo un punto di vista credibile?

Informazioni


Al di là del modo di pensare, che può essere estremamente diverso da individuo a individuo, esistono alcuni dettagli specifici ed esperienze comuni alla categoria che a te potrebbero mancare.

Riprendo l’esempio del mio personaggio, Patrizio Boscoscuro: di lui ho scritto che preferisce tenere il volto rasato. Non è entrato a far parte dei racconti che ho scritto finora, ma se avessi dovuto ambientare una scena di mattina, mentre si prepara e si veste, o accennare a quanto spesso si fa la barba per mantenere il suo aspetto com'è, avrei dovuto chiedere a un uomo. Allo stesso modo in cui avrei dovuto informarmi su un abito tradizionale di una cultura che non mi è familiare, o su come mi sono documentata su esperienze di viaggi in luoghi esotici, o sui casi di donne vittime di violenza familiare per alcuni racconti che ho scritto. Chiedere, se possibile, a qualcuno che possa risponderti; o, se non è possibile, documentarti per mezzo di articoli, libri, e internet (con un occhio alle fonti!).

Rispetto


Avevo scritto, più sopra, che questa non è la storia di uno di quei consigli illuminanti che hanno ribaltato il mio modo riflettere e di scrivere. Anche in questo ti ho ingannato, o almeno, l'ho fatto in parte. Perché il consiglio che ho trovato più azzeccato e più utile per scrivere di un personaggio diverso da me senza renderlo una caricatura, è stato un suggerimento di una semplicità disarmante.

Chiunque sia l'individuo che si muove tra le tue pagine, qualunque differenza lo separi da te, avvicinati a lui con rispetto. Impara a guardare il mondo attraverso il filtro della sua cultura, della sua età o del suo genere senza cadere nei pregiudizi. Sii curioso, impara tutto quello che c'è da sapere. Poi lascia che siano lui, lei o loro a guidarti.

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