sabato 3 marzo 2018

Foriero

Lo sapevi che la parola che ho scelto questo sabato deriva da "foraggio"? Io no. Pensavo più a un qualche verbo latino che vuol dire "portare", e invece proviene dal soldato che aveva il compito di precedere l'esercito e foraggiarlo, ovvero procurare cibo e alloggio.

Foriero [fo-riè-ro] agg. Che precede e annuncia qualcosa.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Magari è una scelta scontata, ma ho subito associato la parola "Foriero" al vento. E quando scrivo di vento, come ho fatto con Refolo, una delle prime che mi viene in mente è lei.


– Lyla!
Ero sull'altopiano assieme a Syuss e seguivo con gli occhi le sue evoluzioni in aria quando Zefiro mi chiamò. – Ascolta il vento – mi disse.
Le sue lezioni giungevano senza preavviso, repentine come la bufera da ovest. Abbassai lo sguardo all'orizzonte. La città era sotto di noi, lontana e rinchiusa nella nebbia. Solo i tetti degli edifici più alti bucavano la caligine, e tra di loro quello Tempio del Fuoco, da cui si levava un filo di fumo. Chiusi gli occhi e mi lasciai accarezzare da un soffio caldo. – Sarà un lungo autunno – decretai. – Caldo e umido, ma le piogge non cadranno fino all'ultimo mese.
Aprii gli occhi e mi voltai verso Zefiro. La sua espressione severa mi rivelarò che non era la risposta che si aspettava. – Ho forse sbagliato, Maestro?
Il sacerdote venne avanti e attorno a lui frusciò l'erba alta sfiorata dalla veste. Alla mia destra, Syuss calò in picchiata.
– No. Non sulla stagione, almeno – mormorò Zefiro. – Ma questo è un vento foriero di sventure, mia brezza.
Non avevo mai sentito la sua voce così malinconica.
Zefiro tese la mano sinistra: sul palmo riposava un minuscolo frammento, fragile e grigio, che mi ricordò un pezzettino di pergamena bruciata. Zefiro strinse le dita, ma il vento rapì il frammento prima che lui potesse trattenerlo.
– Il vecchio sacerdote del Tempio del Fuoco è morto, e la sua ancella è troppo giovane per proteggerci dall'oscurità. – Zefiro mi oltrepassò e si avvicinò allo strapiombo. – Dovrò aiutarla. Cercare nel vento stagioni migliori di quella che ci attende, e farmi foriero di esse.
Scossi la testa. Eravamo così in alto, distanti da tutto, intoccabili. – Il fuoco non è cosa che ci riguardi, Maestro.
– Ti sbagli – replicò il sacerdote. – L'aria può spegnere o alimentare il fuoco. Nessun elemento sopravvive da solo. – Zefiro si voltò. –  Il Vento ora è nelle tue mani, Lyla.
Poi compì quell'ultimo passo e cadde nel vuoto. Col cuore in tumulto, corsi al precipizio e guardai giù, ma non lo vidi. Il mio maestro era svanito.

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