lunedì 16 ottobre 2017

Invisibile

(racconto ispirato dall'esercizio La storia dei tuoi sogni. Tratto da un incubo di qualche anno fa in cui la storia era sotto forma di fumetto, però era un fumetto molto inquietante! Da questo racconto ho tratto un seguito nel brano legato alla parola Tilde)

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


La donna era là, tra i rami dell’albero. Gialla ed un po’ trasparente, come parte dell’aria che la circondava. Molto diversa da come l’aveva vista quel giorno, ma era lei. Dora. Dora Sanchez. Spagnola. Biologa…
Era stato mandato assieme ad un’equipe di medici a causa dell’emergenza biologica. A casa di Dora. Non gli avevano dato molte spiegazioni. Tutto ciò che sapeva era che Dora il giorno prima aveva analizzato una nuova specie di fungo trovato in una grotta. Deuteromiceti. La sua tuta però aveva uno strappo e Dora probabilmente era entrata in contatto con le spore. Ma nessuno se ne era accorto, e lei era tornata tranquillamente a casa. Il giorno dopo la zona era stata isolata. Una squadra era stata mandata per controllare la situazione dell’epidemia. Lui era nella squadra. Ricordava perfettamente il corpo di Dora. Sembrava ricoperta da una polvere gialla… giallo zafferano, per la precisione. Ed era morta. Ogni cosa, nell’area isolata, era morta. Era bastato un giorno. Un solo giorno. Niente, prima di allora, era stato in grado di uccidere ed espandersi così rapidamente. Se non fosse stato per l’anziana Madre di Dora, allarmata dalle sue condizioni, l’epidemia non sarebbe stata fermata in tempo. La signora Sanchez aveva descritto al telefono le strane macchie e cicatrici sul viso della figlia. Ma ormai era troppo tardi per Dora, sua madre e l’intero quartiere. Una volta costatato che tutti erano morti, fu presa l’unica decisione possibile: bruciarli… bruciare tutto. Un’immensa fiammata che durò per tutto il giorno e la notte. Un rogo immane.
Ed ora Dora era là, sull’albero. Lei, l’unica che il poliziotto avesse visto in viso, tornava ad angosciare non solo le sue notti, ma anche i suoi giorni. Per un improvviso, immotivato terrore puntò la sua pistola verso l’immagine, gialla ed un po’ trasparente, di Dora. Gli sembrò che sorridesse. No, possibile che… stava forse impazzendo? Guardò nuovamente tra i rami, ma Dora era sparita.

Eccoti, ora sei qui, finalmente. Sei uno di quelli, no, di più… Sei stato tu a guardarmi negli occhi. Sei stato tu a dirlo. Non dovevi…
–È morta.–
–Sono tutti morti.– Aveva risposto, come un eco, il medico legale.
Tu mi hai guardata e non hai capito. Non stavo morendo. Stavo cambiando. Ma tu non l’hai capito. Forse sei stato tu a dare quell’ordine… le fiamme, che mi hanno dispersa nell’aria? Non importa più. Non ora.
Scendo, invisibile, mescolata al vento. Invisibile, giro la tua stessa arma, nelle tue mani, fino a puntarla contro il tuo viso attonito. Invisibile, premo il grilletto.
Bang.

E mentre tu stai cadendo a terra io volo, invisibile, nel vento.

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