lunedì 7 agosto 2017

Il coso nel sacco

(racconto ispirato dall'esercizio Questione di tatto. Aspetto il tuo brano, perché sono certa che dopo aver letto questo, ti verrà voglia di ricambiare e farmi scervellare su un rompicapo anche più complesso)

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Liscio e concavo, la prima impressione sotto le mie dita. Seguo più volte quell'insenatura rigida, poco più larga del polpastrello del mio indice. Avanti e indietro, poi  di lato, dove sale più dolcemente verso una superficie piatta, tiepida sotto la mia mano. I bordi sono arrotondati, abbastanza vicini che posso stringere l'oggetto, dalla forma di cilindro appiattito, con una sola mano. Se però lo lascio e allargo le dita, non riesco a toccarne contemporaneamente le due estremità.
Continuo l'esplorazione dall'estremità più vicina al mio indice. Ha un bordino rialzato, molto sottile. Lo percorro con l'unghia, che si blocca su un lieve rialzo sul lato inferiore dell'oggetto. Lo rigiro tra le mani, rovesciandolo. C'è questa irregolarità che cerco di graffiare, ma l'unghia si blocca ogni volta su due zigrinature distanti la lunghezza del mio polpastrello. Accarezzo l'oggetto verso l'altra estremità. Nessuna traccia della depressione questa volta, ma a metà incontro una linguetta che si solleva sopra le mie dita. Sottilissima, ha in parte il bordo arricciato, e quando la lascio, torna giù, ma non del tutto. Sento che prosegue oltre il bordo arrotondato dell'oggetto. Infilo di nuovo un dito sotto: mi pare un po' appiccicosa, e fa resistenza se cerco di sollevarla di più, o di strapparla.
Proseguo verso l'estremità opposta, dalla parte del mignolo. Anche qui c'è un bordino, ma più spesso e meno definito, e all'interno del bordino la superficie non è liscia. Riesco a distinguere una linea centrale in rilievo, nel senso della lunghezza; sopra e sotto, altre forme più irregolari emergono, indefinibili sotto le mie dita.
Afferro l'oggetto e lo sollevo. Pesa, ma non tanto da rendermi difficile o faticoso tenerlo in mano. Lo stringo: cede un po' al centro, meno ai lati.
Lo poso dal lato dell'incavo che ho percepito per primo, e provo a tirare verso l'esterno quell'estremità. Cede con un lieve scatto, rimanendo attaccata al corpo principale dell'oggetto lungo il lato inferiore del bordino, dove ho incontrato con l'unghia le due zigrinature. All'interno, l'estremità in parte staccata dell'oggetto è cava, con uno spuntone rotondo e sottile, che corrisponde ad un foro in quel che resta dell'oggetto. Se lo premo, ora cede di più, e sbuffa e borbotta, prima di lasciarmi sulle dita una goccia untuosa, che svanisce pian piano mentre le strofino.
Le porto al naso e un profumo floreale, dolce e morbido, mi accarezza le narici.


Riesci a indovinare il mio oggetto misterioso?

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