sabato 14 aprile 2018

Neghittoso

Con le belle giornate di primavera e il fine settimana in corso, questa mi sembrava proprio la parola adatta! L'avevi mai sentita?

Neghittoso [ne-ghit-tó-so] agg. Che si lascia negligentemente sopraffare dalla svogliatezza. Accidioso, indolente.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Ho provato a pensare a quale dei miei personaggi fosse particolarmente neghittoso e... mi è venuta in mente lei. Solo che la foto scelta a questo punto non c'entrava per niente, e mi aveva già suggerito un'immagine. Quindi ho provato a inventare una storia alternativa per questo personaggio, a scrivere che cosa avrebbe potuto combinare se non fosse accaduto quello che ha dato inizio alle sue avventure.


– Tia? Tia!
Era già un'ora che chiamavo e cercavo, e di lei nessuna traccia. – Ma dove sarà andata a cacciarsi, stavolta... – borbottai. Alzavo gli occhi a ogni albero che passavo, sperando di scorgere la sua treccia rossa. Era sempre stata un maschiaccio, sempre ad arrampicarsi o azzuffarsi coi ragazzini, ed era un miracolo se riuscivo a tenerla qualche minuto in casa per aiutarmi o acconciarle i capelli.
– Stai cercando quella disgraziata di tua figlia? – mi chiese Ahrim, protendendosi oltre lo steccato. – L'ho vista andare assieme a Corben, ad aiutarlo sui campi.
Quelle parole mi suonavano strane, riferite a Tia. Possibile che si fosse decisa finalmente a lavorare? Mi sarebbe andato bene. Anche se avesse preferito la vita da contadina alle pratiche da erborista della mia famiglia.
Seguii le indicazioni di Ahrim e la trovai sdraiata tra l'erba, in un felice abbandono, a metri di distanza dagli altri.
– Che cosa stai facendo? – le chiesi, protendendomi sopra di lei.
Tia aprì gli occhi. – Non si vede? Sto aiutando le piante a crescere.
Eccola, la mia neghittosa figlia. Chissà cosa mi ero aspettata di trovare.
– Non ci crederai sul serio, spero. Avanti, alzati, c'è così tanto da fare se vuoi davvero dare una mano.
Tia scosse la testa. – Io sono la Figlia della Terra, la Promessa di Primavera. Non insinuare che io non sappia quello che sto facendo, o che il mio lavoro non sia importante.
Incrociai le braccia. Quando s'impuntava era difficile farle cambiare idea. Era testarda come un mulo. Maschiaccio, svogliata e testarda. Tutto il contrario di me.
Ma le volevo bene. Non avevo mai smesso di amarla, come non avevo smesso di amare suo padre, anche se ci era stata concessa una notte soltanto.
Guardai il prato dove l'avevo immaginata bella, felice e neghittosa, e mentre gli occhi mi s'inumidivano mi chiesi se lei fosse diventata davvero così. Erano passati anni da quando l'avevo persa di vista al mercato, ma io non mi rassegnavo a lasciarla andare.
Non avrei mai smesso di cercarla.

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