giovedì 15 marzo 2018

Chi fa da modello?

I miei primi personaggi assomigliavano alle persone della mia vita: parenti, amici, compagni di classe, insegnanti. Non avevano lo stesso nome, o lo stesso passato, o non facevano lo stesso lavoro. Ma prima o poi, nella storia, ecco che saltava fuori quel dettaglio, quel modo di fare o quella passione che rendevano riconoscibile il modello dietro al personaggio per chiunque ci avesse avuto a che fare.

Posso solo immaginare che sia capitato anche ad altri, di cominciare così, soprattutto se hanno iniziato a scrivere molto giovani, in quell'età in cui non si ha una grande esperienza del mondo e della psicologia umana. Si tratta di un punto di partenza migliore rispetto al creare tante copie di se stessi, tutte uguali, o personaggi piatti e stereotipati. Ma usare coloro che ti sono più vicini come base per un personaggio presenta qualche... inconveniente.

  • Uno dei problemi maggiori è che quelle persone, inevitabilmente, si riconosceranno nei tuoi personaggi. Potrebbero quindi criticarti per non averli resi al loro meglio. Lamentarsi se al personaggio capita qualcosa che non li soddisfa, o se agisce diversamente da come avrebbero fatto loro. Oppure offrire suggerimenti per le prossime avventure della loro copia. E se poi hai riservato loro un ruolo marginale o la parte dell'antagonista... non sia mai! Tieniti pronto a rifare il tutto e ad aggiustare il torto.
  • Se vuoi bene alla persona che hai usato come modello per un personaggio, esattamente come accade a una versione di te nella storia, potresti essere restio a coinvolgere la tua creatura d'inchiostro in eventi troppo sgradevoli. Al contrario, se nutri qualche risentimento per quella persona della tua vita, dovrai resistere alla tentazione di prenderti una rivincita sulla pagina.
  • La varietà di tipi di carattere a cui puoi ispirarti è ristretta e... di loro, vedi solo ciò che ti lasciano vedere. Questo ti limita nella creazione di personaggi differenti (a parte coloro con cui sei costretto a interagire che tu lo voglia o meno, le persone di cui ti circondi sono quelle che ti piacciono, con cui vai d'accordo, con le quali hai un'affinità). E ti sarà difficile avere una visione più complessa dei loro processi mentali, sia perché hai come indizio solo le loro parole e il loro comportamento, sia perché non sai nulla di chi sono quando non sono con te.
  • Un caso raro ma comunque possibile, è anche quello di inimicarsi per sempre qualcuno o rischiare persino una denuncia, se rendi pubblica una storia con un personaggio che rivela particolari che quella persona avrebbe preferito mantenere segreti.

Per tutti questi motivi e per altri che ti saranno venuti in mente (continua pure la lista nei commenti, se vuoi!), molto meglio prendere spunto da un estraneo, qualcuno che hai incrociato per caso e che non rivedrai. Vero, non potrai mai conoscerlo abbastanza da riportare sulla pagina un frammento della sua anima, uno scorcio veritiero su di lui o lei, ma tranquillo: non dovrai rendere conto a nessuno delle imprecisioni, se il tuo personaggio e la persona non collimano. Anzi, è vero il contrario. Lo sconosciuto sarà per te come una nuvola, un'immagine astratta su cui proiettare la tua fantasia di personaggio. Prendi ciò che ti serve, alcuni tratti della fisionomia, un modo di camminare o di parlare, la gestualità, un'opinione che contrasta con ciò che sei abituato a pensare. E, da lì, sviluppa qualcuno di completamente diverso.

Impara ad ascoltare, a guardare. A raccogliere ciò che incontri nel mondo come un tesoro, e tenerlo nella memoria finché non troverà le parole per nascere. L'ispirazione può nascondersi davvero ovunque, e in chiunque.

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