sabato 9 settembre 2017

Caligine

Esiste più di un termine in italiano per descrivere varie sfumature di offuscamento dell'aria: nebbia, bruma, caligine, foschia, smog, vapore, fumo... Mettere in campo in una storia questi "effetti speciali" crea un'atmosfera di mistero e pericolo, perciò è molto facile leggerli in un racconto horror.

Caligine [ca-lì-gi-ne] s.f. Foschia dovuta a pulviscolo o a fumi; offuscamento dell'aria; in senso figurato, della mente.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


La mia prima idea per ambientare il brano di accompagnamento per la parola caligine è stata la scelta fin troppo facile della palude che ho già citato in questo blog. Poi, complice l'immagine che ho scovato, mi sono orientata verso qualcosa di un po' più... inconsueto.


Avyon City era perennemente immersa in una caligine chiara che dava l'impressione, vista dai tetti, di navigare su un mare di nuvole. Ovviamente, che la Bolla fosse davvero in mezzo alle nuvole, sospesa chilometri sopra la superficie terrestre, rendeva l'impressione una mera realtà.
– Aspettami, Celine, aspettami! – Jean sbuffò dietro di lei emergendo dalle scale di Torre Libertà, il secondo grattacielo più alto di Avyon city.
Celine non gli diede retta, spalancò le ali grigie e si avvicinò al bordo del tetto: come negli altri edifici, nessuna parapetto impediva ai due ragazzi di tuffarsi di sotto e scivolare tra le nuvole.
– Mi sa che anche stavolta... – Celine si girò e gli rivolse un sorriso beffardo. – ...ti dovrai rassegnare a seguirmi, Jean. Mangia la mia scia!
Celine serrò le ali telate e si buttò all'indietro, oltre il bordo. L'immagine del fratello che correva verso il limite del tetto scomparve dai suoi occhi mentre il suo corpo in caduta libera superava file di finestre.
Celine dischiuse un'ala per girarsi, poi le spalancò entrambe e catturò il vento appena al di sopra della nebbia. La caligine si attorcigliò in mulinelli a ogni battito d'ala. Sentì a malapena Jean brontolare dietro di lei. Era sempre dietro di lei.
Ad Avyon City, tutti conoscevano la storia degli antenati dai quali Celine e Jean avevano ereditato il nome. Celine che aveva guidato la rivolta contro i "normali", i non alati, che nelle loro città-sotto-l'acqua avevano esiliato o affogato qualunque bambino nato con la mutazione. Jean che era stato il primo a schierarsi al suo fianco e a seguirla. Celine e Jean avevano conquistato la tecnologia dei "normali" con cui la loro gente aveva costruito la Bolla e Avyon City.
Nessuna meraviglia che crescendo all'ombra di quelle leggende, i due ragazzi avessero modellato il loro carattere in base ai loro nomi, e a chi in precedenza li aveva portati.
Celine prese un respiro, si tuffò in picchiata nella caligine e immaginò di andare a combattere sott’acqua.

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