(racconto ispirato dall'esercizio Iniziare da un incipit, in corsivo la prima frase dell'incipit di Attraverso lo specchio di Lewis Carroll)
Una cosa era certa: la gattina bianca non c’entrava per nulla. Quel monello aveva fatto di tutto, ma proprio di tutto. Però, la gattina bianca non c’entrava.
– Spiegami ancora una volta – aveva chiesto la maestra.
E lui, indispettito come solo i bambini sanno essere - ma come fanno gli adulti a non capire una cosa così semplice - aveva ripreso in mano i disegni e aveva ricominciato dall’inizio.
– C’è una gattina bianca – aveva detto, mostrando un foglio su cui aveva disegnato sei righe e due punti. Ovvio: della gattina, essendo bianca, si vedevano solo i baffi e gli occhi. Tutto il resto si confondeva nel candore della carta.
E qui sorgeva il primo problema: non riuscendo a vederla, come capire quanto la gattina fosse grande?
Il bambino mostrò alla maestra tutta una serie di disegni di ceste di varie dimensioni.
– Ho provato prima con questa, poi con quest’altra, e anche con questa qua che è grande grande. – L’ultima cesta, infatti, prendeva tutto il foglio.
– Ma anche qui, la gattina non c’entra.
Il secondo problema, infatti, era se la gattina volesse o meno entrare nella cesta. Il bambino provò a spiegarlo alla maestra: era una regola dei gatti fare esattamente il contrario di quello che ci si aspettava facessero. Ma lei non riusciva a capire.
È proprio vero: gli adulti non conoscono i gatti.
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