lunedì 17 aprile 2017

La gattina bianca

(racconto ispirato dall'esercizio Iniziare da un incipit, in corsivo la prima frase dell'incipit di Attraverso lo specchio di Lewis Carroll)

Una cosa era certa: la gattina bianca non c’entrava per nulla. Quel monello aveva fatto di tutto, ma proprio di tutto. Però, la gattina bianca non c’entrava.
– Spiegami ancora una volta – aveva chiesto la maestra.
E lui, indispettito come solo i bambini sanno essere - ma come fanno gli adulti a non capire una cosa così semplice - aveva ripreso in mano i disegni e aveva ricominciato dall’inizio.
– C’è una gattina bianca – aveva detto, mostrando un foglio su cui aveva disegnato sei righe e due punti. Ovvio: della gattina, essendo bianca, si vedevano solo i baffi e gli occhi. Tutto il resto si confondeva nel candore della carta.
E qui sorgeva il primo problema: non riuscendo a vederla, come capire quanto la gattina fosse grande?
Il bambino mostrò alla maestra tutta una serie di disegni di ceste di varie dimensioni.
– Ho provato prima con questa, poi con quest’altra, e anche con questa qua che è grande grande. – L’ultima cesta, infatti, prendeva tutto il foglio.
– Ma anche qui, la gattina non c’entra.
Il secondo problema, infatti, era se la gattina volesse o meno entrare nella cesta. Il bambino provò a spiegarlo alla maestra: era una regola dei gatti fare esattamente il contrario di quello che ci si aspettava facessero. Ma lei non riusciva a capire.
È proprio vero: gli adulti non conoscono i gatti.

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