sabato 8 aprile 2017

Bibliomane

Potevo non mettere in questa sequenza di parole una che riguardasse i libri? No, non potevo! E allora eccola qui.

Bibliomane [bi-bliò-ma-ne] s.m. e f. (pl -ni) 1. iron. Chi ha la mania di raccogliere libri, tenendo solitamente più conto del loro valore estrinseco che di quello intrinseco.

Immagine liberamente disponibile su Pexels sotto licenza Creative Commons Zero.


Se hai seguito il blog la protagonista di questo brano sarà un personaggio noto. Questo episodio si colloca prima di quello che ho scritto per la parola "vessare", in ogni caso si possono leggere anche indipendentemente l'uno dall'altro.


Vivienne salì la scala di sinistra, tenendosi al corrimano che seguiva la morbida curva dei gradini. Il rintocco lento dei tacchi sul marmo nero echeggiò cupo nel silenzio del salone. Raggiunto il soppalco, si sporse: le scale si allungavano verso la porta d'ingresso come un paio di corna ricurve. Tra di loro, il piedistallo da cui giorni prima aveva sottratto l'anello la fissava, accusandola muto.
Vivienne si staccò dalla balaustra e si avvicinò alla porta. Era a doppia anta, massiccia e alta quanto quella d'ingresso; ma invece di essere liscio, il legno scuro presentava incisioni e bruciature aggrovigliate. Bussò.
– C'è nessuno?
Studiò i fregi mentre attendeva una risposta. Trasalì quando con la coda dell'occhio le parve di notare alcune di quelle forme mutare in corpi scheletrici dai grandi occhi e le braccia levate; ma quando le fissò, si accorse che erano gli stessi arabeschi astratti di poco prima. Colpa della penombra e della sua immaginazione, si disse.
Non ottenendo risposta spinse la porta, che cedette scricchiolando, e s'infilò nel pertugio. Di fronte ai suoi occhi decine di scaffali stipati di migliaia di libri si allungavano in ogni direzione. Era un labirinto in cui sarebbe stato meraviglioso perdersi.
Vivienne si accostò ai libri e accarezzò le copertine. I dorsi erano consunti o rotti, le pagine ingiallite.
– Libri antichi. Chiunque abiti qui dev'essere un bibliomane – considerò. Un volume rilegato in pelle nera attirò la sua attenzione.
– Della possessione di spiriti e demoni. – Lo sfilò dallo scaffale. – Se ci credessi, direi che fa al caso mio.
Vivienne sfogliò le pagine scritte a mano. Una vocina la apostrofò dal basso.
– Tu! Che ci fai ancora qui? Andiamo, svelta! C'è del lavoro da fare!
Chi aveva parlato era un ometto dal cipiglio severo, barbetta arricciata, quel che pareva un paio di pantaloni di pelliccia e... due piccole corna tra la chioma?
Vivienne gridò e fuggì dalla villa, portando con sé il libro oltre all'anello che era venuta a restituire.

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