sabato 25 marzo 2017

Zufolo

Ultima lettera, ultima parola dal dizionario... per questo giro! Ero tentata anche da un'altra, ma credo la terrò per la prossima volta. Per oggi ho scelto una parola che evoca atmosfere musicali e bucoliche.

Zufolo [zù-fo-lo] s.m. 1. mus. Strumento musicale a fiato, costituito da un cilindretto di canna o di legno cavo, con imboccatura a taglio trasversale e alcuni fori che, lasciati aperti o otturati con le dita, modulano le note. 2. estens. Fischietto.

Sika - Prayer Flute, di Darinka Maja, licenza Creative Commons 2.0. Immagine modificata con l'aggiunta di scritte.


Stavolta non è stato facile trovare un'idea per il brano o i personaggi tra i miei appunti che potessero fornirmi uno spunto. Alla fine mi è venuta in mente quella prima frase di dialogo e, complice anche l'immagine qui sopra, da parola nasce parola...


Alcyone scomparve dietro un albero e riapparì dall'altro lato. – Dalle mie parti, quando senti la vibrazione fluida di una melodia di legno nel bosco, la prima cosa a cui pensi è un fauno.
– Dalle mie parti, quando senti il suono di uno zufolo che potrebbe appartenere a un fauno nel bosco, la prima cosa a cui pensi è scappare – ribattei, afferrandola per una manica della camicetta. La vidi mettere il broncio: era chiaro che lei invece sarebbe volentieri corsa incontro a qualunque stranezza avesse trovato lungo il sentiero.
– Ancora ce l'hai con la magia? – mi chiese. Annuii. Alzai gli occhi alle fronde che risuonavano della melodia arcana, cercando di capire da dove provenisse. Se non si sa da dove viene, non si sa qual è la via opposta da imboccare il più speditamente possibile. Mentre prestavo orecchio alle note, un'altra musica si unì alla prima, vicinissima, al mio fianco.
Alcyone stava modulando una melodia stonata su uno zufolo di canna. Glielo strappai di mano, urlando: – Ma che fai, sei impazzita?
– Uffa, Trevis! Stavo solo rispondendo. È una questione di cortesia.
A quel punto, come se la sua "risposta" lo avesse chiamato, si avvicinò a noi un uomo alto, con lunghi capelli bianchi ma il volto privo di rughe. Reggeva con entrambe le mani lo strumento, continuando a suonare a occhi socchiusi.
– Visto? Non è un fauno – mi disse Alcyone. Tirai un sospiro di sollievo, ma la mia ritrovata tranquillità durò poco: durò finché una torma di ratti non ci sciamò attorno squittendo, un fiume senza fine di piccoli corpi pelosi con occhietti neri e dentini aguzzi che proveniva da dietro il suonatore.
– Non mi dire. Il pifferaio magico – brontolai, rivolto ad Alcyone.
– Eh già – costatò lei, osservando la marea di ratti che già ci circondava. Sollevò la gonna rossa per evitare che la mordicchiassero, ma nel complesso sembrava molto più incuriosita dalla situazione che preoccupata.
– Avrei quasi preferito un fauno – mugugnai invece io, stringendomi a lei. – Odio la magia!

Nessun commento:

Posta un commento